Macario nell’avanspettacolo.
Sullo sfondo un manifesto del film ARIA DI PAESE la cui proiezione seguiva la rappresentazione teatrale dell’attore
Manifesto di Raffaele Francisi, Museo Civico L. Bailo Treviso.
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1933 ARIA DI PAESE
REGIA: Eugenio De Liguoro
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Eugenio De Liguoro, Erminio Macario
PRODUZIONE: Consorzio Film Italiani DISTRIBUZIONE: CineTirrenia
FOTOGRAFIA: Ferdinando Martini MONTAGGIO: Simone Gui
MUSICHE: Franco Silvestri
SCENOGRAFIA: Arnaldo Foresti, Alfredo Montori
INTERPRETI: Erminio Macario (Mac il vagabondo) Laura Adani (Maria) Ernesto Maroni (l’ingegnere Antonio) Mario Siletti (il custode) Umberto Sacripante (l’uomo con mal di denti) Evangelina Vitali (la zia di Maria)Lisalotte Smith (un cliente dell’Albergo) Giulio Gemmò (il francese)
NOTE: Film incerto e discontinuo del periodo in cui la recessione costringe attori e pubblico all’Avanspettacolo (uno spettacolo di Rivista seguito da un Film e viceversa) da cui per primo Macario si toglie coraggiosamente nel 1935 creando la Grande Rivista Italiana ( v. Il Teatro di Rivista). Macario nel 1929 era già apparso nel film SOLE di Blasetti. In ARIA DI PAESE interpreta un personaggio di sapore chapliniano con altri intenti.
Da L'Unità del 2002, in occasione del centenario della nascita: "Nel 1933, dopo un anno dalle grandi celebrazioni del decennale del regime fascista, e alla vigilia dell'impresa abissina, un film così, che proiettava sullo schermo disoccupati, sconfitti e antieroi, non poteva davvero avere successo. Non solo per l'ostilità del regime, ma anche perché quelli erano gli anni di un largo consenso a Mussolini e la propaganda fascista, le sfilate oceaniche, le canzoni tutte squilli di trombe imperiali, avevano convinto milioni di italiani di essere davvero destinati ad un grande e glorioso futuro. Quelle storie, quell'omino che come Charlot si avviava solo verso il buio anziché verso la luce «del duce/che conduce», contrastava troppo con l'immagine dell'Italia fascista. L'italiano, insomma, doveva apparire grande, forte, virile, eroico e vincitore e invece Macario portava sullo schermo l'esatto contrario."
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| 1939 IMPUTATO ALZATEVI
REGIA: Mario Mattoli
SOGGETTO: Anacleto Francini
SCENEGGIATURA: Mario Mattoli, Vittorio Metz
CO-AUTORI E GAGMAN SUCCESSIVAMENTEACCREDITATI: Federico Fellini, Steno,
Giovanni Guareschi, Marcello Marchesi, Ruggero Maccari.
FOTOGRAFIA: Arturo Gallea MONTAGGIO: Fernando Tropea SCENOGRAFIA: Piero Filippone
MUSICHE: Giari e Vittorio Mascheroni
PRODUTTORE: Eugenio Fontana
DISTRIBUZIONE: C.I.N.F. Consorzio Italiano Noleggiatori Film
USCITA ITALIA: 18 ottobre 1939 USCITA FRANCIA: 26 AGOSTO 1949 (titolo: La folle aventure de Macario)
INTERPRETI: Erminio Macario (Cipriano Duval) Leica Guarini (Giorgetta) Carlo Rizzo ( Primario della Clinica) Enzo Biliotti (avvocato Gaueneau) Ernesto Almirante (Presidente del Tribunale) Armando Migliari (Vetriolo) Greta Gonda (cantante afona) Lola Braccini (la portinaia) Arturo Bragaglia (il proprietario del Tabarin) Felice Romano (il Commissario) Lauro Gazzolo (l’uomo degli schiaffi) Alessandra Adari (infermiera) Mario Ersanilli (giurato) Anita Farra (Lulù) Paolo Ferrara (un avvocato) Enzo Gainotti (un pizzicagnolo) Armando Gianni (capo della Giuria) Alfredo Martinelli (un cliente del Tabarin) Emiio Petacci (uscere dell’Ospedale) Agostina Salvietti (una guardia) Flora Volpini (signora snob al processo) INOLTRE: Giulio Alfieri, Bianca Aurora, Stefano Daffinà, Augusto Digiovanni, Nino Eller, Giorgio Gentile, Nuccia Lenzi, Lina Tartara Minora,Ori Monteverde, Mario Ortensi.
NOTE: Macario protagonista. E’ storicamente il primo grande film comico-satirico italiano in tempi in cui la satira era proibita. Collaborarono alla sceneggiatura i giovani feroci autori del Marc’Aurelio, Bertoldo, Per superare la censura del regime il film è stato ambientato a Parigi. Clamorosa affermazione di Macario. Applauditissimo al Festival Cinematografico di Venezia. In uno slogan sul quotidiano La Stampa di Torino MACARIO viene anagrammato in A RIO MAC che in dialetto significa: RIDONO SOLTANTO, NON SI FA CHE RIDERE.
Incasso Record al botteghino: 4.871.002,62 Lire. Il film è stato proiettato nelle sale cinematografiche italiane per oltre 10 anni.
CURIOSITA’: fra le comparse il futuro avvocato Claudio Giglioli diventato il manager cinematograficoTalent- Scout di Sophia Loren, Gloria Guida, Zeudy Araya, Ines Pellegrini.
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1939 LO VEDI COME SEI... LO VEDI COME SEI ?!
REGIA: Mario Mattoli
SOGGETTO: Anacleto Francini SCENEGGIATURA: Vittorio Metz, Mario Mattoli, Steno
COLLABORATORI ACCREDITATI IN SEGUITO:
PRODUZIONE: Eugenio Fontana per ALFA Film B/N durata 75'
DISTRIBUZIONE: CINF
FOTOGRAFIA: Ugo Lombardi
MONTAGGIO: Ugo Tropea
MUSICHE: Giari, Vittorio Mascheroni
INTERPRETI: Erminio Macario (Michele Bernisconi) Franca Gioeta (Rosetta) Amleto Filippi (Tommaso Bernisconi) Enzo Biliotti ( Notaio Cassette) Grata Gonda (Emily) Carlo Rizzo (Piazzista) Guglielmo Barnabò (zio Sofia) Giorgio Capecchi (Gioielliere) Carlo Campanini (Postino) Riccardo Cassano (Maestro di piano) L.E. D'Olivo (Impresario) Armando Migliari (Uomo del Luna Park) Carlo Micheluzzi (Cliente) Ori Monteverdi (Segretaria Notaio) Nino Marchesini (Banditore d'Asta) Lina Tartara Minora (Adelaide) Vinicio Sofia (compaesano) Emilio Petacci (Portiere d'Albergo) Eduardo Passarelli (Bigliettaio) Federico Collino (Padrone ristorante) Mario Ersanilli (Lionel Smith) Augusto Di Giovanni (Giovanni Mallocchi) Alfredo de Antoni ( John Mac Fergusson) Nino Eller (Aiutante genovese)
Mattoli era un talent-scout straordinario, infatti fu uno dei primi registi, se non il primo, a pensare di servirsi dei gagmen per un film comico, come si faceva in America. Il film riscosse un successo pazzesco totalizzando degli incassi simili a quelli delle pellicole americane con Clark Gable o Greta Garbo, che erano gli idoli del momento. Da questo film si intrecciò un rapporto di amicizia tra Mattoli e me, e così assieme alla stessa coppia di sceneggiatori, Vittorio Metz e Marcello Marchesi, curai anche la sceneggiatura di Lovedi come sei?Il suo film successivo, e gli feci da aiutoregista. Ricordo nettamente la sera in cui, mentre giravamo a Torino, arrivò trafelato un tale in teatro e ci annunciò che la Germania aveva invaso la Polonia. Poi iniziammo la lavorazione di Il Pirata sono io! Proprio nel giorno della dichiarazione di guerra. Era il giugno del 1940, e facemmo tutto il film a Tirrenia con gli aerei francesi che bombardavano Livorno. STENO b>
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1940 IL PIRATA SONO IO!
EDIZIONE SPAGNOLA “El pirata soy yo”
REGIA: Mario Mattoli
SCENEGGIATURA: Vittorio Metz, Mario Mattoli, Steno, Marcello Marchesi, Federico Fellini
CO-AUTORI E GAGMAN SUCCESSIVAMENTEACCREDITATI: Giovanni Guareschi, Marcello Marchesi, Ruggero Maccari.
PRODUTTORE: Liborio Capitani per Capitani Film
DISTRIBUZIONE: ENIC DURATA: 78'
FOTOGRAFIA: Aldo Tonti
MONTAGGIO: Mario Serandrei
MUSICHE: Cesare Andrea Bixio e Giovanni Fusco
SCENOGRAFIA: Piero Filippone
INTERPRETI: Erminio Macario (Josè) Juan De Landa (Bieco De La Muerte) Enzo Biliotti (Il Governatore) Dora Bini (Olivia) Mario Siletti (Il Vicerè) Carmen Navascues (La Viceregina) Agnese Dubbini (La Nutrice) Katiuscia Odinzova (Lupita) Luigi Garrone (Pirata) Carlo Moreno (Pirata Cantante) Carlo Rizzo (Pedro) Pina Piovani (Una Popolana) Nino Pavese ( Pirata della ciurma di Josè) Giovanni Onorato (Ufficiale cannoniere) Vittorio Vaser (Senzocchio) Tino Scotti (Il Barbiere) Gino Scotti (Il Pirata calvo) Emilio Brunetta (Il Pirata uncinato) Giovanni Barella (Il Capocuoco) Giulio Battiferri (Il falso Pirata) INOLTRE: Iginia Armilli, Celio Bucchi, Teodoro Canaletti
DOPPIATORI: Rosetta Calavetta-Olivia
Il mio ingresso nel CINEMA è avvenuto come sceneggiatore. Ho cominciato con i film di MACARIO: Il Pirata sono io!, Lo vedi come sei? Imputato alzatevi! Grazie a Mattoli. Il suo aiutoregista era Steno che faceva parte della redazione del –Marc’Aurelio- e Mattoli ebbe l’idea, forse suggeritagli da Steno, di venire in redazione. Così, per il primo copione di MACARIO, Imputato alzatevi! Arrivò un giorno da noi, mentre qualcuno portava uno scatolone pieno di copie della sceneggiatura del film che vennero distribuite a ognuno di noi, ma anche preoccupato perché temeva defezioni nella sua scuderia giornalistica. Venivano date a ciascuno di noi mille lire, ed era passato da poco il tempo della canzone Mille Lire al Mese, con la promessa di altri compensi per le gag particolarmente buone. Ho letto il copione che sembrava fatto di pezzi del –Marc’Aurelio- e di scenette d’avanspettacolo, e ci ho lavorato con Ruggero Maccari, collega al giornale. Ci mettemmo lì a riempirlo di battutine e battutelle, di piccole invenzioni,di gag, e funzionò, nel senso che arrivarono i soldi Federico Fellini b>
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1940 NON ME LO DIRE!
REGIA: Mario Mattoli
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Vittorio Metz, Marcello Marchesi, Steno, Mario Mattoli
PRODUTTORE: Eugenio Fontana
FOTOGRAFIA : Aldo Tonti
MONTAGGIO: Mario Serandrei
MUSICHE: Cesare Andrea Bixio
SCENOGRAFIA: Piero Filippone
DURATA: 75’ B/N DATA USCITA: 15 DIC. 1940
INTERPRETI E PERSONAGGI: Erminio Macario (Michele Colombelli) Wanda Osiris (Priscilla) Silvana Jachino (Luisella) Enzo Biliotti (Battista il maggiordomo) Nino Pavese (Joe, l’autista) Tino Scotti (Il matto) Guglielmo Barnabò (Organizzatore dei giochi di società) Guglielmo Sinaz (Primo falso creditore) Carlo Rizzo (Primo medico) Amleto Filippi (Secondo medico) Luigi Erminio D’Olivo (Il Capo cameriere) Vera Ruberti
Ora è facile capire perché Macario e Topolino siano gli idoli del pubblico. Essi fanno le vedette delle platee. Rappresentano la ribellione l’evasione a getto continuo dal logico, dal predisposto, dal ragionato. E’ la vittoria della pazzia sulla saggezza. Del più piccolo sul più forte. Ma non di un più piccolo intelligente sopra un più forte bruto. No. Pensate a un bambino che cammini sull’orlo di un burrone e, non si sa perché vinca contro quella cosa che si chiama –Caduta nel burrone-. Topolino parla con le papere e con i cani. Macario fa parlare i cavalli. Essi spezzano la legge della natura. Non basta. Macario evade dalla più grande schiavitù dell’ uomo: il tempo. Egli si dimostra così, creatura a quattro dimensioni. Infatti potrebbe tornare indietro nel tempo di un’ora, di un giorno, di un anno, e tutto il mondo, correndo all’indietro, demolendo il costruito e costruendo il demolito, lo raggiungerebbe. NeIl Pirata sono io! Le sorti di una battaglia perduta vengono invertite improvvisamente in seguito a una canzone cantata da Macario e per la quale, i morti resuscitano, i cannoni avversari sono costretti a inghiottire le loro palle, le vele spezzate si risaldano e ritorna bello, nuovo, lucido e sono come un attimo prima della battaglia. –Come sarebbe bello- pensa il pubblico morso dall’invidia. –Eppure è tanto felice –sembrano dire Macario e Topolino, –E’ impossibile- risponde il pubblico. E infatti Macario e Topolino vivono nell’impossibile, o meglio ancora nel Nulla è impossibile cioè nel migliore dei mondi dove tutti quotidianamente vorrebbero vivere e non vivono. Eppure c’è una grandissima differenza tra i due. Topolino è creatura dell’uomo e Macario è creatura di Dio. Se Macario fosse stato disegnatore, avrebbe creato Topolino. MARCELLO MARCHESI. Estratto da FILM n.43 -26 ottobre 1940
Credevo che si volesse veramente creareun film comico italiano: non sapevo che si volesse solo far ridere. E non sapevo che per strappare qualche risata al pubblico fosse necessario ricorrere a quelle acrobazie comiche che lo stesso Mack Sennet non usava più da una decina di anni. Comunque questo film piacerà al pubblico (e, a quanto mi consta, gli sta piacendo) e farà un sacco di quattrini (e, a quanto mi consta, li sta facendo). Ed è quello che importa. Capitani avrà sempre il merito di aver perseverato su una strada difficile ma nobile come quella di contribuire alla compiuta rivelazione di Macario. Dopodiché, caro Metz, Marchesi e Steno, non ho più nulla da dire. E non vogliatemene per quanto ho scritto: molto spesso la verità è un eccesso di stima e si pretende molto solo da chi può dare tanto. Vi abbraccio, insieme al caro Mattoli. OSVALDO SCACCIA. FILMn°1 -4 gen. 1941
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